giovedì 24 settembre 2015

Recensione: "Florence Gordon" di Brian Morton


Titolo: Florence Gordon
Autore: Brian Morton
Edizione: Sonzogno (che ringrazio per la copia cartacea)
Prezzo: 17,50€
Trama: Florence Gordon ha settantacinque anni e vive a Manhattan. Femminista ebrea divorziata, scrittrice scorbutica, attivista testarda e orgogliosa, detesta la maggior parte delle cose che la gente trova piacevoli e ama mettere gli altri in difficoltà. Mentre è alle prese con la sua settima fatica, un libro di memorie, un articolo del "New York Times" la definisce "patrimonio nazionale", catapultandola sotto le luci della ribalta e obbligandola a superare quel filo spinato che aveva eretto intorno a sé. La situazione precipita quando i suoi "cari" si trasferiscono da Seattle a New York: il figlio Daniel (che ha snobbato le orme letterarie dei genitori per diventare poliziotto), la nuora Janine (psicologa, pronta ad avere una relazione con il suo capo) e la nipote Emily (che sta cercando di capire cosa fare di una problematica storia d'amore). Tra i quattro, giorno dopo giorno, si intreccia una commedia irresistibile, all'insegna di una crudele sincerità ma anche di una sorprendente complicità emotiva. L'anziana signora, i cui corrosivi commenti sono una sorta di "versione di Barney" al femminile, non risparmia niente e nessuno. E forse proprio per questo i personaggi che la circondano (e i lettori di questo libro) finiranno per affezionarsi a lei e non poter più fare a meno della sua voce.


"Florence Gordon stava cercando di scrivere un memoir ma due fattori giocavano contro di lei: era vecchia ed era un'intellettuale. E chi mai al mondo, si domandava a volte, avrebbe voluto leggere un libro che parlava di una vecchia intellettuale? Forse c'era persino un terzo fattore, perché non era solo un'intellettuale, era anche femminista. E questo significava che, se mai fosse riuscita a fine quel libro, i critici lo avrebbero inevitabilmente bollato come polemico e petulante.
Se sei una vecchia femminista, qualsiasi cosa tu dica è polemico e petulante per definizione.
Florence chiuse il portatile. Non ne vale la pena, pensò.
Ma poi lo riaprì."

Leggere Florence Gordon è stata un'esperienza particolare, un'immersione a 360° nella vita di una famiglia, e nelle menti dei protagonisti. E' un romanzo brillante, ironico, atipico, un romanzo che non sono riuscita ad amare del tutto, ma neppure ad odiare del tutto.
Ciò che ho maggiormente apprezzato in questo romanzo è stata infatti la varietà di personaggi, più che la trama: in fin dei conti il romanzo non ha una vera e propria trama, inizia nel bel mezzo della storia e si conclude nel bel mezzo della storia, lasciando il lettore pieno di domande. Questo è insieme punto di forza e nota critica del romanzo: tanti dubbi, poche risposte. 
In compenso, tantissimi spunti di riflessione e personaggi interessanti, innanzitutto la protagonista, Florence, una scrittrice settantenne e femminista, un'antipatica in perenne conflitto col mondo e con gli uomini, un'antipatica che non si può proprio fare a meno di odiare e, insieme, ammirare per la sua forza e la sua tenacia, una donna forte e dura, una donna che mai mostrerebbe al mondo le sue debolezze. Florence è nata per arringare, per provocare, per stupire, per non cedere mai. E non cede neppure dinnanzi all'implacabile flusso del tempo. Altro che pacata nonnina, Florence è una guerriera, una combattiva! Una donna che ha rivendicato in passato i diritti delle donne e ha combattuto affinché queste avessero costumi più liberi, una donna in perenne lotta con un sistema che ormai non è più patriarcale, ma che lo è stato e ancora le permette di indignarsi e gioire delle conquiste passate. E' una donna che vive per il collettivo, un lupo solitario, un personaggio egocentrico ma non egoista, che si allontana dal mondo per guardarlo meglio e correggerne i difetti. Florence appare più il personaggio di sè stessa che una persona reale.

"Parlare con Florence era sempre spiacevole. La cosa straordinaria era che era spiacevole in modi sempre nuovi. Forse era un omaggio al personaggio di Florence: trovava sempre la maniera di sorprenderti."

Più che la storia di questa donna, Florence, scrittrice femminista settantenne scorbutica, orgogliosa e saccente, è la storia dei personaggi che ruotano attorno a lei come satelliti: troviamo in questa atipica foto di famiglia il figlio Daniel, inaspettatamente poliziotto, e dico inaspettatamente perché da lui ci si aspettava una carriera letteraria degna di quella dei due genitori, sua moglie Janine, una psicologa che ammira adorante la suocera, la sua eroina in gioventù, e incassa pazientemente ogni sua imbeccata, la nipote Emily, una ragazza sveglia, sagace e intelligente, più simile alla nonna di quanto ad entrambe piaccia ammettere, e un ex marito scrittore fallito, con il quale la donna ha mantenuto buoni rapporti dopo il divorzio.
Florence Gordon è un romanzo onesto, schietto, sincero, del tutto privo di falso buonismo e ipocrisia. E' un romanzo che prende il nome da un personaggio onesto col suo personaggio, fino alla fine. Ammetto di non aver amato il finale, che ha raffreddato il mio giudizio, ma in fin dei conti, a pensarci, era l'unico possibile, l'unico coerente con la personalità di Florence.
Leggetelo se v'interessa un curioso spaccato di vita metropolitana,

x3
Giorgia Blogger

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