domenica 8 marzo 2015

Recensione: "L'isola del tempo perso" di Silvana Gandolfi


Titolo: L'isola del tempo perso
Autore: Silvana Gandolfi
Edizione: Salani
Prezzo: 8,50€
Trama: Sei stressato? Troppi impegni, compiti, doveri? Tutti ti dicono fai questo, fai quello? Non sai più chi sei? Fermati! Hai bisogno di una vacanza speciale. Nell'isola del tempo perso. Notizie utili sull'isola: posizione geografica: sconosciuta; abitanti: bambini liberi come l'aria, adulti svagati, cannibali; fauna e flora: porcospini derelitti, galline e cavalli smarriti. Piante i cui semi vengono trascinati via dal vento. Inspiegabile presenza di mirtilli; caratteristiche geofisiche: un vulcano attivo, fumarole mefitiche, una palude bianca. Strane nuvole colorate; risorse naturali: tutto ciò che viene eruttato dal vulcano. Vale a dire ciò che noi perdiamo sulla Terra; clima: perfetto. Tramonti lunghissimi; indicazione per l'isola: basta perdersi, il resto del viaggio viene da sé.
Ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta nella vita. Che fine fanno tutte le cose che perdiamo, tutte le cose che misteriosamente da un momento all'altro spariscono e non riusciamo più a trovare?
Giulia e Arianna, perdendosi durante una gita scolastica, sveleranno questo mistero approdando sull'Isola del Tempo Perso, dove finiscono tutte le cose che sulla Terra si perdono: oggetti, speranze, idee, persone, perfino la pazienza!
L'idea è senz'altro molto originale e ricchissima di spunti di riflessione.
Sebbene sia un romanzo per bambini e pre-adolescenti, credo abbia qualcosa da dire anche agli adulti: ha da insegnare che l'ozio non è il padre dei vizi bensì un momento importante in cui si fa più che in qualsiasi altro momento, in realtà. Si parte alla scoperta di sé stessi.
L'ozio altro non è che il tempo che concediamo a noi stessi e alle nostre necessità di individui.
I bambini sono maestri dell'arte di oziare, quelli che invece hanno dimenticato cosa significa ritagliarsi del tempo libero sono i grandi, ed è principalmente a loro che rivolgerei il messaggio di questo libro: impariamo a godere del tempo libero che abbiamo a nostra disposizione e a ritagliarci, nonostante i mille impegni giornalieri, un po' di tempo per rilassarci!
Sull'isola le bambine impareranno di nuovo, attraverso mille avventure in compagnia degli abitanti dell'isola, bambini che ricordano quelli dell'Isola che non c'è di Peter Pan, la sottile arte dell'ozio.
Giulia, Arianna e i bambini dell'isola verranno investiti di un importantissimo incarico: tornare sulla Terra e iniziare gli uomini... all'arte del perder tempo.
Pena del fallimento dell'impresa, la scomparsa definitiva dell'isola, che nasce per ospitare coloro che si perdono, metaforicamente e non, nella vita terrena.
La missione di Giulia e Arianna, eroine di questa fiaba emblematica del nostro secolo, è quella di insegnare agli uomini a perdersi di nuovo in quelli che costituiscono i piccoli piaceri quotidiani, nelle passioni, nei propri pensieri, ad assaporare di nuovo e davvero la vita, senza che la fretta ci impedisca di mettere a fuoco quali sono le nostre vere necessità e quindi di perdere, ma questa volta in senso negativo, sé stessi.
Bisogna sapersi perdere, e i grandi ormai non sanno più farlo.
 
"Appena si cercava di toccarle, quelle si deformavano per sgusciare via dalle dita, come argento vivo. Un attimo dopo, eccole a un metro di distanza, più rotonde e vispe che mai. Allora cercavamo di catturarle con dei retini da pesca: niente da fare, le bolle scivolavano via per andare a galleggiare più in là, silenziose, beffarde, inafferrabili.
Erano le occasioni perse. Nessuno, proprio nessuno, può appropriarsi dell’occasione persa da qualcun altro. Rendevano più bello il paesaggio; tutto lì. "

 
Devo ammettere che la lettura di questo libro ha dato un piacevolissimo tocco di leggerezza e che mi ha fatto sorridere spesso.
Dell'autrice ho amato lo stile scorrevole e la narrazione coinvolgente, e soprattutto le ambientazioni fantastiche.
Inoltre immagino che non debba essere facile calarsi contemporaneamente in due ruoli e cambiare continuamente punto di vista, di adulta narratrice in un capitolo e di bambina narratrice nell'altro.
L'unico difetto del romanzo, a mio parere, è un'evidente sproporzione tra l'età delle protagoniste, ragazzine di 10 anni, e i pensieri che hanno, le riflessioni che fanno, decisamente molto più adatte a ragazze di 5 o 6 anni in più. Non ero così sveglia alla loro età, io... Bambine eccessivamente mature e perspicaci o pecca stilistica dell'autrice?
Ciò nonostante, consiglio caldamente questo romanzo a tutti quelli che hanno voglia di evasione!
 
 
x4
Giorgia Blogger

4 commenti :

  1. Sembra proprio carino *_* vorrei leggerlo! E poi io adoro i romanzi per ragazzi <3

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  2. Aspettavo la recensione dal tuo WWW Wednesday. La curiosità di allora è stata ripagata, questo libro sembra proprio interessante così come il titolo preannunciava. Adessoperò ho proprio una granvoglia di metterlo in wl

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    1. Ottimo! Te lo consiglio, è stata davvero una bella lettura <3

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