domenica 14 dicembre 2014

Recensione: "Città di carta" di John Green


Buongiorno, lettori!
Mi scuso per l'assenza degli ultimi dieci giorni, la scuola ed altri impegni personali hanno assorbito tutto il mio tempo! Ma sono ritornata da voi appena possibile, con una nuova recensione :)
Titolo: Città di carta
Autore: John Green
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 14,00€
Trama: Quentin Jacobsen è sempre stato in­namorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un’inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembra­va essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all’improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un’avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l’hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso.
Dopo "Colpa delle stelle" ho iniziato questo romanzo con delle aspettative davvero alte, e complessivamente devo ammettere che mi è piaciuto. Meno di quanto credessi, certo, ma mi è piaciuto.
 
"Città di carta" è il racconto di un viaggio, un viaggio di scoperta attraverso sé stessi e attraverso le idee che tendiamo a farci degli altri.
Racconta la storia di Margo Roth Spiegelman, l'affascinante ribelle di cui Quentin Jacobsen, il ragazzo che è da tutti definito il classico nerd, è da sempre innamorato. Quentin e Margo erano stati amici da bambini, ma poi con la crescita le loro strade si sono separate: Margo è diventata una delle ragazze più belle e popolari della scuola, di lei si racconta che abbia vissuto mille divertenti e pericolose avventure, tutti conoscono Margo come una ragazza straordinariamente forte e intraprendente. Una ragazza tosta.
Quentin, dal suo cantuccio, non può che ammirarla da lontano, lui che non è popolare e che non osa rivolgersi a lei a scuola, tutto è cambiato da quando erano bambini.
Ma, alla scomparsa di Margo, in fuga da Orlando, città di carta, tutti iniziano a chiedersi chi fosse davvero Margo, dietro le apparenze. Tutti coloro che credevano di conoscerla, iniziano a porsi domande, e Quentin è tra questi. Lui, che la conosceva fin da bambino, si mette sulle sue tracce.
Attraverso gli indizi del suo passaggio che Margo ha volontariamente -o involontariamente?- lasciato dietro di sé, con l'aiuto degli amici Ben e Radar, Quentin prova a ricostruire il suo percorso, investe tutte le sue energie in un unico progetto, che diventa più importante perfino dell'imminente diploma: riportare Margo a casa.
Ma durante le ricerche, Quentin scoprirà una Margo completamente diversa da quella che credeva di conoscere, e altrettanto accadrà a coloro che erano i migliori amici di Margo a scuola, le stesse persone da cui lei si sente tradita. Se ogni persona che conosce Margo ne delinea un diverso ritratto, allora chi è Margo?
Quentin scopre che ognuno è una persona, con i suoi segreti, le sue passioni e le sue insicurezze, ancor prima di essere il personaggio che appare.
"Che cosa ingannevole, credere di una persona che sia più di una persona."
Cosa fare, allora?
Mettere insieme il più imprevedibile gruppo che si possa immaginare -i tre sfigati più sfigati della scuola e la reginetta del ballo, la bellissima Lacey, amica di Margo- e... partire.
Un interminabile viaggio in macchina di 24 ore, sulle tracce di Margo, alla scoperta di sé stessi e dei mille magici mondi che ci sono dietro gli altri, nonostante le apparenze.
E' questa l'essenza reale del romanzo: non puoi e non potrai mai conoscere a fondo te stesso e tantomeno gli altri, la vita è una perenne scoperta.
 
" Forse è più come hai detto prima, che dentro di noi si sono aperte delle crepe. Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile. Poi ci succedono alcune cose: persone che ci lasciano, che non ci amano, che non capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri. E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non c’è niente da fare, la fine è inevitabile. [...] Però c’è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi. Ed è solo in quel momento che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro."
 
E' un romanzo con degli spaccati di vita e di introspezione estremamente poetici, un romanzo che ha qualcosa da dire.
Un romanzo che, a mio parere, non sarà un buon film (sì, presto sarà anche un film!): come spesso accade, dubito che il romanzo non solo non riuscirà a rendere la poesia della parola scritta, ma probabilmente banalizzerà quello che è un vero e proprio romanzo di formazione -ho particolarmente apprezzato l'evoluzione psicologica dei personaggi nel corso della storia- rendendolo poco più che un viaggio di adolescenti alla ricerca di forti emozioni. Certe cose, per ovvi motivi, non possono essere rese adeguatamente attraverso le scene, questo non è un romanzo propriamente adatto alla trasposizione cinematografica, che banalizzerebbe troppo alcuni aspetti, se teniamo anche in conto che si tratta di un romanzo dal ritmo piuttosto lento, a differenza di "Colpa delle stelle", che ha una trama che si presta perfettamente all'adattamento cinematografico.
Ciò che mi ha leggermente deluso è stato il finale: non perché non fosse quello che mi aspettavo,  ma perché è poco chiaro. Lascia troppo spazio all'immaginazione del lettore ed è una cosa che di solito non apprezzo nei finali, non mi piacciono i finali aperti.
 
Cos'altro aggiungere? Vi consiglio di perdervi e di ritrovarvi, come me, alla ricerca di Margo -della vera Margo- in queste  pagine, attraverso gli occhi attenti di Quentin. Non ve ne pentirete.
"E tutt'a un tratto capii come si sentiva Margo Roth Spiegelman quando non era Margo Roth Spiegelman: vuota. Circondata da mura altissime. La immaginai stesa a dormire sul tappeto con quel pezzettino frastagliato di cielo sulla testa. Margo doveva essersi sentita a suo agio lì perché la persona Margo viveva sempre così: in una stanza abbandonata, con le finestre sbarrate e la lice che filtrava da qualche buco nel soffitto. Sì. L'errore fondamentale che avevo sempre fatto - e che lei mi aveva lasciato fare, a onor del vero - era questo: Margo non era un miracolo. Non era un'avventura. Non era una cosa incantevole e preziosa. Era una ragazza."
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Giorgia Blogger

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