domenica 9 novembre 2014

Fragment of Pages, #2


 
"Le avevo scritto che quello era un regalo di zia Helen. Era un vecchio 45 giri dei Beatles, con la canzone 'Something'. La ascoltavo sempre, quando ero piccolo, e mi capitava di pensare a cose da adulti. Andavo alla finestra della mia camera e fissavo il mio riflesso nel vetro e, più in là, gli alberi, e ascoltavo quel pezzo per ore. Allora decisi che, quando avessi conosciuto una persona bella come quella canzone, le avrei regalato il disco. E non intendevo 'bella' esternamente. Ma sotto tutti i punti di vista. Così, adesso volevo darlo a Sam.
Lei mi ha guardato con dolcezza. E mi ha stretto a sé. Io ho chiuso gli occhi, perché volevo perdermi tra le sue braccia. Poi mi ha baciato sulla guancia e, in un sussurro, per non farsi sentire da nessuno, mi ha detto. -Ti voglio bene.
Io ho capito che intendeva dire come amica, ma non m'importava perché, dalla morte di zia Helen, era la terza volta che qualcuno mi diceva quelle parole. Le altre due era stata mia madre.
Dopo un gesto simile, non potevo credere che Sam mi avesse comprato qualcosa: onestamente, ero convinto che il suo 'ti voglio bene' fosse già un regalo. Immagino che lei e Patrick siano andati nello stesso negozio di articoli usati, perché i loro regali si abbinano perfettamente. Mi ha portato nella sua stanza e mi ha fatto mettere davanti al suo cassettone, coperto da una federa dai colori gradevoli. L'ha sollevata: e io mi sono ritrovato lì in piedi, con indosso il mio abito, a guardare una vecchia macchina per scrivere, con un nastro nuovo di zecca. Dentro, c'era un foglio bianco.
Sam ha battuto queste parole: 'Ogni tanto, scrivi di me.' E io le ho risposto, nello stesso modo. Ero lì, in piedi, nella sua camera da letto. E mi sono limitato a dattilografare. "OK."
Sono felice che quella sia stata la prima parola che ho scritto con la macchina regalatami da Sam. Siamo rimasti seduti lì, in silenzio, per un istante, e lei mi ha sorriso. Io sono andato di nuovo alla macchina, e le ho lasciato un altro messaggio.
'Ti voglio bene anch'io.'
Lei ha guardato il foglio. Poi ha guardato me.
-Charlie... hai mai baciato una ragazza?
Ho fatto no con la testa. C'era un tale silenzio.
-Nemmeno quando eri piccolo?
Stessa risposta. Lei si è fatta molto triste.
Mi ha raccontato della sua prima volta. Fu con un amico di suo padre. Aveva sette anni. E non l'ha mai detto a nessuno; soltanto a Mary Elizabeth e, un anno fa, a Patrick. E ha cominciato a piangere. E mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai. Mai.
-So che sai che mi piace Craig. E so che ti ho detto di non pensare a m in quel modo. So anche che io e te non possiamo stare insieme 'così'... ma voglio scordarmi tutto questo per un minuto, OK?
-OK.
-Voglio essere sicura che a baciarti per prima sia una persona che ti vuole bene. OK?
-Ok
Stava piangendo a dirotto, adesso. E piangevo anch'io, perché quando sento frasi simili non posso farne a meno.
-Voglio solo essere sicura. OK?
-OK.
E mi ha baciato. E' stato quel genere di bacio di cui non puoi parlare a voce alta con i tuoi amici. Quel genere di bacio che mi ha fatto capire che non ero mai stato così felice, prima."
(S. Chbosky, Noi siamo infinito)
Giorgia Blogger

2 commenti :

  1. Ciao Giorgia, qui c'è un premio per te: http://ancorauncapitolo.blogspot.it/2014/11/liebster-blog-award.html ^_^

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