Ore 11.00, martedì 15 luglio 2014.
Sebbene le previsioni meteo prevedessero una giornata nuvolosa e piovosa a tratti, il sole splende alto nel cielo di Napoli.
Questa mattina a Port'alba, nel centro storico, si aggirano uomini e donne, giovani e anziani, in gruppo o da soli. Tutti hanno fra loro in comune due sole cose: il libro prediletto fra le mani e il desiderio che Port'alba, la via dei librai sgomberata circa dieci giorni fa (ne parliamo qui), ritorni quella dei bei vecchi tempi.
Oggi gli affezionati lettori napoletani di Port'alba si sono mobilitati, e non soltanto loro. Vi erano alla manifestazione anche molti studenti e lavoratori fuori sede, tornati a Napoli per unirsi alla silenziosa protesta, che si è protratta fino al primo pomeriggio.
Anche questa mattina mi sono ritrovata, come spesso accade, a Port'alba.
Oggi ho adottato tre nuovi bambini, ma ve ne parlerò successivamente. Adesso mi preme raccontarvi della manifestazione.
Il libro prediletto per la manifestazione è stato "Il bar sotto il mare" di Stefano Benni, il romanzo che sto leggendo. Un regalo di compleanno di un'amica, che conosce la mia passione per la lettura.
Inauguro i miei diciotto anni, compiuti da pochi giorni, manifestando per una causa che credo riguardi tutti noi, indipendentemente dall'età.
Port'alba è la nostra casa e va protetta.
Port'alba è la nostra casa e va protetta.
Sono state effettuate molte riprese video, molte interviste, sono state scattate moltissime fotografie.
Ho avuto modo di conoscere e di parlare con la ragazza che ha dato il via alla petizione, Rosania Liccardi. La manifestazione è stata invece organizzata da Evento Democratico.
Un giornalista mi ha fatto alcune domande riguardo al significato e sul valore che, alla mia giovane età, può avere la battaglia per il diritto all'istruzione e alla cultura e per la salvaguardia di luoghi come Port'alba.
Gli ho risposto che la cultura è l'unica arma che abbiamo per non soccombere.
Gli ho risposto che la cultura è l'unica arma che abbiamo per non soccombere.
All'ora prestabilita, ci siamo disposti in fila indiana lungo la via dei librai. Ognuno con il suo libro, ognuno in silenzio, abbiamo pattuito questa forma di espressione del generale malcontento perché talvolta il silenzio funziona meglio delle parole.
Successivamente, a turno, abbiamo iniziato a leggere dei passi dai libri portati con noi.
La lettura a voce alta è stata aperta da una poesia di Eduardo de' Filippo. Un rappresentante della cultura napoletana per chiedere il ritorno alla vita di un luogo chiave della cultura napoletana.
Qualcuno ha letto alcuni articoli fondamentali dalla Costituzione Italiana, che ci appartiene dal 1946 ma che ben pochi conoscono, qualcuno ha letto Hegel, Oriana Fallaci, William Shakespeare e tanti altri. Qualcuno ha letto un passo dal ventiseiesimo Canto dell'Inferno Dantesco.
"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza."
Vorrei adesso portare il lettore a riflettere sulla nota terzina, forse una delle più conosciute della Divina Commedia. Vorrei portare il lettore a riflettere sul valore di queste parole.
La cultura va salvaguardata, e non multata. La cultura è cibo per lo spirito. La cultura è l'unica droga che crea indipendenza, l'unica che rende liberi e non schiavi.
Chi multa la cultura, ci tappa le ali. E chi ci tappa le ali, ci impedisce di volare, di evolverci, di migliorarci.
Qui il video/intervista realizzato oggi da FanPage.it!
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